Mi chiederanno di te by TurinAnglachel, literature
Literature
Mi chiederanno di te
Mi hai cambiato profondamente
o forse l’ho scelto e non m’importa.
Ho visto una forza nei tuoi occhi
che mi faceva paura e chiedeva desiderio.
Vedevo dietro quei neri vuoti
la tua infinita grandezza.
Mi sentivo piccolo ma non vulnerabile,
come immerso in un mare caldo al chiaro di luna.
Eppure non riesco a dire che ti amo
perché non mi appartieni.
Se ogni tentativo di averti con me
mi fa sentire un carnefice.
Meriti te stessa, la tua bellezza, la tua arroganza,
non quelle che mi sembrano dolci parole,
non sguardi furtivi e gelosi,
non i morsi di bianchi pilastri alle mie labbra.
Vorrei vedere quel sorriso,
un morbido abbrac
Chissà chi sei
e ancora cerco
di saperlo non mi
hai dato.
Non importa
alla solida roccia
irrotta dalla pioggia
e al mare che
segue la sua onda
e alla luna pallida
che non mi scalda.
La vana ricerca
di un filo a un
pensiero che impalpabile
vola.
Il primo giorno della mia vita. by TurinAnglachel, literature
Literature
Il primo giorno della mia vita.
Le due di notte. Entrai in un bar e sedetti al bancone. Sul fondo un quartetto di jazzisti. Il piano accompagnava pigro il sax. Luci rosse, poi viola, poi blu. Mi persi da subito in quell'atmosfera. "Un brandy" e m'immersi. Le note erano come una dolce carezza di una donna. Ogni tanto, mi rubava un bacio e rideva. Poi tornava silenziosa, quieta. Desideravo solo osservarla. Quelle labbra rosse granato. Occhi scuri e vivaci.
Sorrisi nella mia solitudine. Altro giro e la musica riprese più vivace. Davvero, dovevo trovarmi una donna. Non una con cui passare la serata, non ero tipo. Volevo trovare una donna che in un attimo mi desse tutto. O
Non smetterò mai di pensare agli sguardi.
Non smetterò mai di guardare un tuo sorriso.
Lo sguardo è illusione, domanda, risposte incerte e di nuovo
Illusione.
Azzurri e freddi. Il mare, il cielo, la schiuma, l'impeto, il ghiaccio.
Castani. Mi perdo. Cerco l'oscurità e le domande infinite,
per non trovare risposta.
È divertente osservarli. E poi
scendo giù.
Le labbra. Morbide onde rosse.
Un nuovo mare.
Caldo.
Aspetto. Mi lascio trascinare dalle onde.
Poi sorridi.
E affogo.
I miei ultimi 100 metri by TurinAnglachel, literature
Literature
I miei ultimi 100 metri
Le parole sono per il poeta come le pennellate del pittore sulla tela. E di più.
Più fugaci, se dimenticate, non si riprendono più. Le pennellate possono invece rimanere nella mente del pittore, così come l'opera. L'artista vero non ha memoria.
I miei ultimi 100 metri.
Oggi ho rischiato di morire. Le luci venivano da lontano, diventavano anziane e poi sparivano nel nulla. Lei in silenzio. Adoro il silenzio. La migliore conversazione che si possa avere con una donna non contiene parole. Sapevo, però, che tu non avevi intenzione di concedermi parola, né di avvicinarti a me e baciarmi. Ho preferito guardarti le g
Mandrie di pecore che si credono superiori a tutto.
Mai uscite dal recinto, mai portato lo sguardo al di là di una collina.
Nel loro piccolo universo si credono immortali, onniscienti, divine.
Non comprendono lo straniero, poiché pensano di sapere già cosa ci sia al di là della collina dalla quale egli proviene.
Sono un gruppo unito e compatto, se guardato da fuori il recinto, ma si odiano tra di loro, si colpiscono, si mordono le zampe per arrivare a qualche ciuffo d'erba appena spuntato.
Non hanno la pazienza di aspettare che cresca, né rispettano gli altri.
Sono malnutrite e sterili. Il loro pelo si perde nel
Le diciannove erano passate, il sole iniziava a calarsi sul mare e il caldo afoso affaticava il mio respiro. Sdraiato sul letto, guardavo la porta. La luce proveniva dalla cucina, forse. Non avevo voglia di alzarmi a controllare. Nel frattempo la porta si faceva trascinare dal vento, avanti e indietro. Iniziavo ad abituarmi al suono trascinante della porta e a quella leggera brezza. L'orologio sembrava seguire quell'inesorabile movimento. La porta si chiuse. Una sferzata di vento, pensai. Mi alzai con fatica, la luce filtrava sotto la porta. La aprii. La luce scomparve in un attimo. Nessun suono, oltre a quello del vento, nessun movimento. In
Il tempo dichiara guerra.
Lotta insensata.
Tempo e spazio. Troppi nemici,
dove e quando scappare?
Affrontarli?
È un bivio al quale si arriva alla fine
ma non lo è.
Se continuo, lotto e scappo.
Non posso vincere, ma posso conoscerli
prima della fine.
Questo è il momento giusto di liberarsi.
Vola, leggero e candido fiocco di neve,
la piuma di gabbiano sul mare in tempesta.
L'acqua spumeggia, il vento la frusta e cerca
di portarla a sé.
Vento giocoso e ladro e cattivo,
un bambino.
Sei una ragazza strana che
non sa dire di si o di no.
Sei la ragazza delle attese infinite.
In poche tue parole ho capito e
mi sono odiato e mi odio ancora.
Ma non sai dirmi di si o di no.
Io aspetto perché è l'unica
cosa che voglio.
Quest'attesa infinita che mi consuma
e non ho intenzione di farmi abbattere.
Non sono un ramoscello o una nuvola
che al primo soffio di vento vola via,
voglio essere quello che per te è il sole,
voglio che tu ogni giorno sappia che io ci sarò
fino alla mia morte.
Resterò perché ormai ho capito.
Ho commesso tanti sbagli ma,
quell'unica volta, ho capito.
Ho capito c