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Il primo giorno della mia vita.

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TurinAnglachel's avatar
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Le due di notte. Entrai in un bar e sedetti al bancone. Sul fondo un quartetto di jazzisti. Il piano accompagnava pigro il sax. Luci rosse, poi viola, poi blu. Mi persi da subito in quell'atmosfera. "Un brandy" e m'immersi. Le note erano come una dolce carezza di una donna. Ogni tanto, mi rubava un bacio e rideva. Poi tornava silenziosa, quieta. Desideravo solo osservarla. Quelle labbra rosse granato. Occhi scuri e vivaci.
Sorrisi nella mia solitudine. Altro giro e la musica riprese più vivace. Davvero, dovevo trovarmi una donna. Non una con cui passare la serata, non ero tipo. Volevo trovare una donna che in un attimo mi desse tutto. Ovvero, cercavo soltanto, e ancora, la donna perfetta. Sì, la donna perfetta è nell'attimo. Qual era quel filosofo a dire che Dio è nell'attimo? Beh, non importava.
La cercavo tra i tavoli, dietro il bancone, per strada, quando qualche avventore entrava nel locale aprendo la porta. Dove diavolo era? Forse non era neanche in città. Forse non esisteva neanche. La aspetterò fino alla fine. In fin dei conti, mi accompagna buona musica!

Nuovo giro. La musica si era fatta triste, io pure. Iniziavo a pensare che, forse, la musica era una cattiva e infelice compagnia. Accesi una sigaretta. Il fumo sopra la mia testa assumeva forme particolari. Le luci gli conferivano un'aria affascinante. Restai a guardarlo per un po'. Non avevo nient'altro da fare.
Seriamente, mi persi quella sera. Il bello della musica sta in questo: passi da un brano all'altro, non te ne rendi conto e ti ritrovi col portafoglio semi-svuotato, senza alcuna concezione del tempo e dello spazio e alcun motivo per essere dove sei. Ah, no, quello è l'alcool. Beh, potevo permettermi di sbagliare, no? Non capivo più se stessi girando di mia spontanea volontà, oppure fosse l'effetto delle bevande. Ma non importava, era divertente! Quelle luci, soffuse, il fumo che inondava la stanza. Il pizzicare, levigare, stuzzicare, graffiare dei suoni. Che piacere provavo.

Decisi di sedermi su uno dei divanetti. Il bicchiere ancora in mano, un'altra sigaretta. Ero in estasi.
Questo piccolo racconto dovrebbe essere il primo di una serie (un pilota). In teoria, vorrei tentare di scrivere un romanzo dove il protagonista racconta, quasi da spettatore, le sue vicissitudini. Un alienato, quindi. Un uomo che non riesce a rimanere nelle mura della sua vita ed è costretto a osservarla da fuori e a raccontarla a se stesso.
Vedremo come andrà a finire! :D

P.S. Il titolo si riferisce alla canzone First day of my life dei The Rasmus (la sto ascoltando adesso)
Comments3
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ClairesDreams's avatar
Il personaggio è interessante e questa presenza importante della musica lo accompagna molto bene. Mi piace molto il tuo stile, mi dà una sensazione di... morbidezza, come se le parole mi avvolgessero pian piano. Coinvolgente, sviluppalo!!